Finocchio
Dal finocchio è derivato il termine “infinocchiare” o “lasciarsi infinocchiare”, nel senso di "truffare, imbrogliare" a causa di un trucchetto utilizzato un tempo dai vinai, che proponevano il finocchio come antipasto per ingannare il gusto del cliente nei confronti di un vino di scarsa qualità.
( da Fraudologia. Teoria e Tecniche della truffa, Milano, Scuola di Palo Alto, 2010)
È una pianta Mediterranea coltivata negli orti fin dal 1500. In Italia la coltura supera i 18.000 ettari, con le produzioni maggiori in Abruzzo, Campania, Calabria, Marche, Molise, Puglia, e Lazio.
Il finocchio è una verdura invernale, che si inizia a produrre in autunno e arriva fino a primavera. A volte si può trovare anche in estate, ma la consistenza sarà meno croccante.
Il suo aroma deriva dalla presenza di una particolare essenza – l’anetolo – che viene adoperata nella preparazione di liquori come la sambuca e l'anisetta.
Esistono 6 varietà di finocchio coltivato: bianco perfezione, bianco dolce di Firenze, finocchio di Parma, di Fracchia, il gigante di Napoli e il grosso di Sicilia.
Inoltre si distinguono le varianti di finocchio coltivato e quello selvatico, chiamato anche “finocchietto”. Mentre il finocchietto selvatico cresce in modo spontaneo e viene utilizzato soprattutto come pianta aromatica, il finocchio coltivato ha un sapore molto più dolce e meno pungente.
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Le proprietà benefiche del finocchio
Il finocchio è un ortaggio povero di grassi ma ricco di fibre, utile a rinforzare le ossa e prevenire la stanchezza grazie alla presenza di potassio, calcio e fosforo.
Contiene vitamina A, fondamentale per mantenere sana la pelle, vitamina B, utile per il corretto funzionamento del sistema nervoso e vitamina C, importante per il rafforzamento del sistema immunitario.
Ma non solo: il finocchio è un alimento essenziale anche per il fegato, grazie a una funzione disintossicante che consente il miglioramento delle funzioni epatiche.